Fotografia Lifestyle famiglia
Fotografia Lifestyle?
Per tanto tempo mi sono domandata quale fosse il mio genere fotografico. Quando inizi a fotografare cerchi un modo per definire il tuo stile, perché chi ti sceglie possa capirlo. Per confrontarti, per rassicurarti che lo stai facendo nella maniera giusta. Poi capisci che la Fotografia è altro, non è un genere nel quale rientrare. Il mio stile è quello che mi piace fotografare e come mi piace fotografarlo, essenzialmente faccio le foto che farei per me in quelle situazioni; è contaminato dai miei studi, dalle mie esperienze e dal mio percorso e, col tempo, ho iniziato a pensare che chi mi sceglierà, sceglierà le mie foto e non il nome che gli do.


Ciò che accomuna tutto ciò che amo fotografare è il racconto della realtà, che sia un evento speciale o la vita di tutti i giorni.
Amo fermare i momenti che altrimenti andrebbero persi, i gesti quotidiani che non notiamo e diversamente perderemo, non solo i sorrisi ma anche la mamma che bacia la mano alla bambina per far guarire la ferita, la tenerezza di un bambino, due ragazzi che giocano tra loro, la corsa spensierata di una bambina.
Ho trovato che alcuni la definiscono Lifestyle photography, reportage, fotografia documentaristica, ritratto spontaneo, ritratto contemporaneo… Il mio modo di fotografare non rientra appieno in nessuna di queste categorie.
Non amo condurre ma lasciarmi guidare e colpire e stupire.
Questo non significa che lasci tutto al caso, ho spesso in mente il genere di foto che vorrei avere, in che numero e come ottenerle, ma ogni volta è una foto diversa e spesso, una volta fatte, mi faccio letteralmente rapire dai protagonisti.
Cerco di non limitarmi a scattare delle semplici foto di ciò che avviene, ma di raccontare delle storie, delle persone o delle relazioni.
Nessuno vede con che sguardo guarda i propri figli o come gioca con loro, come abbraccia e ride con la persona che ama…
Dimentichiamo di immortalare come giocano i bambini e le facce buffe che fanno e anche quando lo facciamo, pensiamo che non valga la pena chiamare un professionista, chiederemo a qualcuno di scattarci una foto, forse domani.
Siamo stati abituati a concepire le foto solo come ritratti posati e organizzati, quando eravamo piccoli non si potevano fare così tante foto come oggi e si prediligevano le foto “sicure”.
Personalmente sono meno interessata a come le persone appaiono, mi piace fotografare chi sono e come stanno insieme, per questo prima di ogni sessione dico sempre di non preoccuparsi del non essere fotogenici. Non sto fotografando voi, ma quello che c’è tra voi che sicuramente sarà bello (o almeno spero :)).
Non posso però definire il mio stile lifestyle o reportage perché spesso interagisco con le persone che fotografo, le conduco nella luce che mi colpisce di più e mi trovo a giocare e ridere con loro, in qualche modo contamino, quasi sempre, la scena.. il risultato è che nelle foto c’è spesso anche un po’ di me e del mio modo di guardarvi.
Non dico che dovrete affidarvi completamente a me e non esprimere le vostre preferenze, (che sarò, nei limiti, sempre contenta di seguire), ma sicuramente credo che nello scegliere un fotografo si scelga anche il suo modo di fotografare e le scelte che fa.

Cosa amo di più fotografare? La meravigliosa semplicità di ogni giorno.
Se vi fa piacere lasciate un commento sotto, io e google ne saremmo molto felici 🙂
bell’articolo